Lei insiste molto su questo concetto di prevedibilità, cosa significa?
«Le confesso che quando alla fine di dicembre abbiamo visto scattare, per un automatismo delle convenzioni, oltre ai tanti aumenti da noi determinati per esigenze di bilancio, anche quello abbastanza cospicuo dei pedaggi autostradali, abbiamo avuto la tentazione di bloccarli o di differirli. Ma quella sarebbe stata una modifica di contratti in essere e sarebbe stato un argomento in più per dire che gli italiani sono quelli che cambiano le carte in tavola. Se vogliamo invece avere investimenti dobbiamo essere prevedibili».
(dall’intervista di Mario Monti a La Stampa del 4 aprile)
Il nostro premier è sensibile all’incazzatura degli italiani per il continuo aumento dei pedaggi autostradali. Bene. Ha anche avuto la tentazione di bloccarli (a proposito, questa citazione dal libro di Gianni Dragoni ci aiuta a capire meglio come funziona il pianeta autostrade Benetton). Ma il Governo però quei rincari non li ha bloccati, perchè non sta bene modificare i contratti in essere e cambiare le carte in tavola.
Peccato che modificare le carte in tavola è stato proprio quanto è stato fatto con gli esodati. Prima gli si fanno firmare i prepensionamenti con le aziende, anche aziende parastatali tipo Poste Italiane. Poi gli si cambiano le carte in tavola, per fare scoprire loro che sarebbero dovuti andare in pensione più tardi. Quindi li si fanno rimanere senza lavoro e con la prospettiva di andare in pensione fra cinque anni. E, dulcis in fundo, chi gli ha cambiato le carte in tavola senza prevedere un “paracadute” ora non li sa neanche quantificare, il numero complessivo di questi esodati “danni collaterali”.
Già, mai cambiare le carte in tavola, vero?