Se un reato desta allarme sociale, o danni economici alla collettività, punirlo con pene blande equivale a non dissuadere le persone dal compierlo.
E’ il caso dei reati che ricadono nell’ambito della corruzione: la legge che attualmente si discute in Senato prevede pene da 1 a 3 anni. Pene così basse non consentono misure cautelari né intercettazioni.
Luigi Ferrarella in questa analisi sul Corriere parla di come la legge in discussione sia ben poco efficace, rischiando da una parte di sanzionare troppo e da una parte di sanzionare poco.
Intanto, si tralascia una seria riforma della disciplina della prescrizione.